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Agriturismo Lago di Como Lombardia-Adults only

FAI Villa Del Balbianello

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FAI, cos’ è ?

La missione del FAI – Fondo Ambiente Italiano,

Promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia. Inoltre tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. E’ questa  Fondazione nazionale senza scopo di lucro. Essa dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. FAI Villa del Balbianello è affacciata sulla sponda occidentale del lago di Como. Villa del Balbianello sorge a Lenno (CO). All’inizio della Laguna di Venere sull’estrema punta del Dosso di Lavedo. Un promontorio boscoso che si protende verso le acque lariane formando una piccola penisola.

Quando fu edificata la Villa del Balbianello

Fu il Cardinale Angelo Maria Durini a edificare il complesso alla fine del XVIII secolo. Edificata sui resti di un convento francescano, di cui oggi resta la facciata dell’antica Chiesa. Alla morte del cardinale, la Villa passò al nipote Luigi Porro Lambertenghi,. Attivo patriota antiaustriaco che volle niente meno che Silvio Pellico come precettore per i propri figli. La villa culla del Risorgimento.
All’inizio dell’800 la Villa apparteneva al Conte Luigi Porro Lambertenghi, attivo liberale. Egli assieme a Federico Confalonieri, finanziò il periodico “Il Conciliatore”. Con cui collaboravano noti intellettuali, come Giovanni Berchet e Ludovico di Breme, Silvio Pellico.
Balbianello passò poi al Marchese Giuseppe Arconati Visconti.
Nel 1919 la dimora venne acquistata dal generale americano Butler Ames. Egli la sottopose a un attento restauro.

Villa del Balbianello donata al  FAI

Nel 1974 dopo la morte del generale Butler, gli eredi la vendettero all’imprenditore Guido Monzino.
Esponente di una delle più solide famiglie della borghesia milanese. Appassionato esploratore e alpinista. egli si dedicò a una nuova opera di ristrutturazione. L’intervento interessò non solo gli edifici ma anche lo splendido giardino, cui venne conferito l’aspetto attuale, e riarredo completamente le stanze.
Fu lo stesso Monzino a decidere di lasciare la Villa, insieme con gran parte del Dosso di Lavedo, in eredità al FAI. La Fondazione gestisce la Villa dal 1988.

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