Laino, piccolo centro turistico ed agricolo, è situato su un vasto altipiano a ridosso del monte Loria e prospiciente il Ceresio; i due torrenti Telo (Telo di Osteno) e Lirone accentuano ancor di più questa privilegiata posizione, dando al paese un aspetto isolato ed indipendente rispetto agli altri paesi della valle. Non esiste una data certa della sua fondazione ma con l’aiuto di alcuni ritrovamenti si è potuto però accertare che Laino, nel periodo di dominazione romana, era già abitato e così pure una buona parte della valle. Nel paese infatti è stata scoperta una tomba romana mentre in località San Vittore sono poi venuti alla luce dei frammenti giudicati romani ed un paio di orecchini d’oro che sono ora visibili presso il Museo Archeologico di Como. Sull’origine del nome è opportuno ricordare la tesi del Conti; questo illustre storico nel suo libro “Memorie storiche della Valle Intelvi” parla di un certo “Jnus”, primitivo ed antichissimo colonizzatore, che probabilmente fondò la frazione di Jno, in parte sepolta da una frana, frazione che diede in seguito il nome a tutto il paese che forse fu il suo vero nucleo originario. Sino al 556, anno in cui il Suddiacono Marcelliano fece edificare un Castello, non abbiamo più notizie certe; anzi un’epigrafe sepolcrale, rinvenuta dove anticamente sorgeva questo Castello, è il primo vero documento su cui possiamo basarci senza dubbi di sorta e fare iniziare la storia di Laino. Delle epoche precedenti, possiamo ricordare le invasioni barbariche succedute alla divisione dell’Impero Romano: Alarico con i Goti a cui successe nel 452 Attila e poi ancora i Vandali, gli Alani, gli Ostrogoti e gli Eruli. Inizialmente fu proprio il Castello che diede importanza al paese in quanto si ergeva quale baluardo di difesa contro l’invasore sull’estremo limite dell’altopiano, in località San Vittore, chiamata anche tutt’oggi a ricordo “Castello”.
Sempre in questa località fu rinvenuta un’altra lapide riguardante il passaggio del Castello alla famiglia Trivulzio di Milano. Prima di allora Laino aveva fatto parte della Repubblica Comasca e sotto di essa aveva combattuto la guerra tra Como e Milano. Fu in seguito a questa guerra che la Valleintera passò sotto la famiglia dei Camuzzi e da questi Laino fu infeudata ai Trivulzio, ai Rusca per concessione dei Visconti e poi degli Sforza, ai Marliani fino al 1700 circa, epoca in cui subentrarono i Riva-Andreotti, sotto i quali si ebbe il periodo di maggiore importanza. Nel 1579 il vescovo Volpi aveva concesso l’autonomia alla Parrocchia, staccandola da quella di Castiglione d’Intelvi, e nel 1755 il vescovo Neuroni l’aveva eretta in prepositura; ora diveniva sede della Pretura e della Podesteria della Valle, elevandosi al rango di signoria di Laino. Sempre in questo periodo vi furono dei dissidi tra Laino e Pellio Inferiore, a causa della sede del Consiglio Generale Intelvense, sede che fu poi trasportata a Laino per ordine del Conte Melchiorre Riva-Andreotti. La sua famiglia tenne il feudo fino all’arrivo degli austriaci di Maria Teresa, che posero termine a questa lunga lista di feudatari ma instaurarono un regime non certo migliore. Sotto la dominazione austriaca Laino divenne il centro operativo segreto della “Giovine Italia Intelvese”.
Artisticamente Laino fu importante già dal 1300, anno in cui un suo cittadino, Lorenzo degli Spazzi, già architetto del Duomo di Milano, fu l’iniziatore di una lunga serie di famosi artisti sparsi per tutta Italia ed Europa. Ricordiamo Bartolomeo e Battista Rossi, plastificatori, Gerolamo Viscardi, scultore, Pietro Ferrabosco, architetto a Vienna verso la metà del 1500, Paolo Caprani, artista nella scagliola, da cui fu discendente Romualdo Caprani, avvocato e patriota, Leonardo Reti, stuccatore in Roma nel 1700 e Paolo Reti, ingegnere nel Wurtemberg nel 1600 circa. Abbiamo poi la famiglia Quaglio Evangelista, maestro a Vienna nel 1572, Domenico, pittore nel 1587 ed autore dei dipinti in San Vittore, Giulio Quaglio il Vecchio, Giulio Quaglio il Giovane, rinomatissimo pittore. Gian Battista Barberini plasticò sicuramente il San Rocco ed il San Sebastiano della Parrocchiale di Laino e così pure il San Vittore della chiesa omonima. I Frisoni e gli Scotti emigrarono in Germania e di loro rimane ben poco tranne che per Carlo Scotti, che dipinse il martirio di San Lorenzo sulla volta della chiesa parrocchiale.
Tra gli uomini illustri recenti ricordiamo Edoardo Bonardi, medico e naturalista, Pietro Conti, storico insigne, Pietro Fontana, prevosto e storico, Dino Bonardi, letterato e critico d’arte. Tutti questi famosi artisti contribuirono ad ampliare ed abbellire il paese rendendolo una vera e propria gemma della valle. Passeggiando per le strade si possono scorgere stucchi, fregi e dipinti di notevole valore artistico, nonché opere murarie e costruzioni originarie di quel periodo d’antico splendore.
All’inizio del paese si può vedere la casa di Giulio Quaglio ed il suo notevole portale; vi è inoltre una “Deposizione” eseguita dal pittore stesso nel 1696. Più oltre troviamo in località “Moreglio” il Palazzo Scotti con il suo salone a volta completamente affrescato da Carlo Scotti nel 1750, raffigurante una rappresentazione dell’Aurora che, sorgendo, scaccia le Tenebre. In via Maria Conti, sovrastata da uno stemma, si nota una Madonna con Bambino, in stucco risalente al 1656; in località “Spazzone” c’è il palazzo della famiglia Spazzi, nel quale esiste ancora il cortile quadrato circondato da un colonnato ed una loggia sovrastante, nel vicino palazzo Frisoni, vi è una nicchia con una Madonnna in stucco appartenente alla scuola del Barberini, infine, in Piazza della Vittoria, detta “Bolla”, troviamo il palazzo sede della Podesteria.
A Laino (valle Intelvi) sorge un enorme castagno di più di 250 anni, alto 24 metri con il tronco di 7,6 m di circonferenza. L’albero è malato del “cancro del castagno” malattia presente da tempo in valle. Un gigante ferito e monco della sua grande chioma, che è stata asportata per tentare di salvarlo dalla terribile malattia. Nonostante queste menomazioni l’aspetto è imponente. Per nulla segnalato turisticamente, merita una visita, che consigliamo di effettuare al più presto visto le precarie condizioni di salute dell’albero.
Il castagno sorge su di un terreno privato in località Cuscia di Sopra a Laino. Per raggiungerlo bisogna, arrivati a Laino prendere la strada per Ponna, superato il lavatoio sulla destra prendere una stretta strada asfaltata in salita che ci porta nei boschi sopra l’abitato, ad un certo punto l’asfalto si interrompe e la strada diventa sterrata rimanendo della stessa ampiezza, poi più avanti alla sinistra della strada sterrata si erge solitario in una radura il castagno centenario a quota 900 m s.l.m..
Il castagno sorge su di un terreno privato in località Cuscia di Sopra a Laino. Per raggiungerlo bisogna, arrivati a Laino prendere la strada per Ponna, superato il lavatoio sulla destra prendere una stretta strada asfaltata in salita che ci porta nei boschi sopra l’abitato, ad un certo punto l’asfalto si interrompe e la strada diventa sterrata rimanendo della stessa ampiezza, poi più avanti alla sinistra della strada sterrata si erge solitario in una radura il castagno centenario a quota 900 m s.l.m..