I Cavalli del Bisbino trascorrono l’inverno al Pian delle noci a Lanzo d’Intelvi Alta Valle Intelvi.
Qui foraggiati, accuditi e coccolati dai volontari, i cavalli del Monte Bisbino aspettando di tornare sulle pendici del Monte Generoso.
La transumanza del branco dei Cavalli del Bisbino avviene verso la fine di aprile.
I cavalli del Monte Bisbino sono diventati ormai una vera e propria istituzione. La storia di questi cavalli nasce nel 2002, quando il branco venne abbandonato a se stesso sul Monte Bisbino, alla morte del proprietario, e poi “adottato” negli anni successivi, non senza problemi, da un gruppo di volontari italo-svizzeri.
La vetta del Bisbino
La vetta del Bisbino si trova in territorio italiano, a 1325 metri di quota a picco sul Lago di Como, proprio sopra Cernobbio. Una cima che è sempre stata territorio di frontiera, per uomini e animali, fin dai tempi antichi. Domina tutto il ramo comasco del lago, la valle d’Intelvi, le vette svizzere.
Questo è il territorio, dove da ormai tanti anni vive e prospera un branco di cavalli, allo stato semi-brado. Un branco ormai è noto a tutti come i “Cavalli del Bisbino”. Essi sono diventati una vera e propria attrazione turistica. Talmente identificati con il territorio che vengono chiamati anche “Bisbini” e “Bisbinelle”.
Cavalli Avelignesi
Il tutto nasce da un contadino di Cernobbio, Roberto Della Torre, molto legato al territorio che possedeva una decina di Cavalli Avelignesi. Una razza equina che deve il proprio nome al paese di Avelengo, in provincia di Bolzano. Cavalli caratterizzati dal manto beige, dalla criniera e coda folta, dorata e una striscia bianca sul muso che crea un bel contrasto cromatico. Venivano utilizzati per il lavoro in montagna e dovevano essere, resistenti, robusti e potenti. Tranquilli e affidabili di carattere, si adattano anche a condizioni di vita spesso difficili come animali da lavoro o per l’utilizzo nell’esercito.
La storia dei Cavalli del Bisbino
Della Torre negli anni 70, appena sotto la vetta del Bisbino aveva creato un’azienda agricola modello. Con stalle e fienili chiamata “Bocc de la campana”. L’allevamento era riservato soprattutto ai bovini con produzione casearia e di carne. Partendo praticamente da zero inseguendo un suo sogno, con sacrifici, impegno, coraggio e investimenti, aveva realizzato. Accanto a mucche e vitelli, Della Torre aveva poi ampliato l’allevamento con cavalli avelignesi e alcune capre. Gli animali venivano lasciati liberi a uno stato semi-brado, ma provvedeva ad accudirli in caso di necessità. In occasione d’intemperie, portando loro del fieno durante la stagione fredda.
Il Branco rimane solo nel 2002
La svolta arriva nel 2002, con la scompare Roberto Della Torre. Per via di liti riguardanti l’eredità del contadino, nessuno si prese più cura dei cavalli. Essi finirono così per essere lasciati al loro destino, arrivando a essere completamente dimenticati o quasi. Con il passare degli anni il branco, crebbe di numero, arrivando contare anche una ventina di elementi. Senza però mai lasciare il Bisbino e i suoi dintorni, riuscendo in qualche modo a sopravvivere senza l’aiuto umano.
I cavalli del Bisbino si spostano a valle nel 2008
Nell’inverno tra il 2008 e il 2009, che si rivelò particolarmente rigido, causa diverse abbondanti nevicate in quota che superarono i 50 centimetri, portarono il branco a scendere più a valle per trovare cibo e rifugio. Stranamente i cavalli si divisero due gruppi. Un primo gruppo, sconfinò in Canton Ticino, spingendosi fino a Sagno in Valle di Muggio sul versante svizzero del Monte Generoso. Il secondo branco, scese invece dal lato italiano verso l’abitato Rovenna sopra Cernobbio. I cavalli affamati, si spinsero sempre di più verso le case, sia dalla parte svizzera che in quella italiana. Entravano nei parchi, nei giardini, negli orti delle abitazioni. I due gruppi crearono opposte fazioni, al di qua e al di là del confine. Chi voleva allontanare i cavalli a forza, e chi invece voleva garantire loro una vita di libertà, in quell’ambito territoriale.
Le Giacche Verdi iniziano ad accudire il branco
Le Giacche Verdi (Associazione di Protezione Civile e Ambientale, volontari a cavallo). Iniziarono a seguirli e proteggerli, portando fieno e acqua sulle piste battute dai due branchi. Le associazioni animaliste e ambientaliste ticinesi e comasche si mobilitarono per dare sostegno e difendere la libertà dei cavalli. La storia dei cavalli del Bisbino, intanto rimbalzava su tutti i giornali, locali e internazionali ed ebbe vasta eco. Arrivarono i pareri di Fulco Pratesi, presidente nazionale del WWF e dell’etologo Giorgio Celli, in cui si rimarcava come i cavalli erano diventati un’importante risorsa per il territorio. Rappresentando anche una particolare varietà, e bisognava favorire la loro permanenza in situazione di semi-selvaticità, com’era ormai da anni. Con il passare del tempo l’intera mandria venne considerata “res derelicta”. Ovvero cosa abbandonata; e quindi poteva entrare a far parte a pieno regime del patrimonio faunistico dello Stato.
Cavalli del Bisbino, nel 2010 fu fondata l’associazione onlus
Un gruppo italo-svizzero di amanti degli animali li prese sotto la propria custodia. Assicurando che avrebbe provveduto a monitorarli e foraggiarli durante l’inverno. Su iniziativa della ticinese Luigia Carloni, architetto a Rovio in Canton Ticino e dalla veterinaria comasca Mariachiara Lietti, nel marzo del 2010 fu fondata a Como l’associazione onlus “Cavalli del Bisbino”. Passarono l’inverno in un grande recinto proprio sotto la vetta del monte. Poi i “bisbini”, hanno trovato così rifugio stabile per l’inverno, qualche chilometro più avanti in località Pian delle Noci. A 900 metri di altezza nel comune di Lanzo d’Intelvi, in via Pradale, dove a loro disposizione c’è un vasto recinto completamente attrezzato con idonei ripari e abbeveratoi. Sistemazione resa possibile anche grazie alla generosità del comune comasco che ha messo gratuitamente lo spazio a disposizione dell’associazione.
La transumanza verso il Monte Generoso
A fine aprile inizio maggio, il branco prende invece la via del Monte Generoso. Una transumanza spettacolare dal sapore antico che attraversa i paesi della Val d’Intelvi. Un percorso di diverse ore che i 22 aveglinesi compiono in compagnia dei vari soci dell’associazione, dei volontari delle Giacche Verdi e anche di curiosi, attraverso i pascoli estivi all’Alpe di Orimento. Fino a Costapiatta a 1500 metri di quota, sotto la cima del Monte Generoso. Li rimarranno completamente liberi sino a ottobre, per poi fare ritorno a Lanzo d’Intelvi, per la nuova stagione fredda. Un pascolo messo a disposizione della Comunità Montana.
Il Sostegno dei Volontari
I Cavalli del Bisbino godono del sostegno dall’attività di volontari e appassionati. Grazie alla Fondazione ginevrina Gelbert che ha anche acquistato il trattore necessario al trasporto delle balle di fieno per l’inverno. Fondazione creata nel 2008 da Georges – Raymond Gelbert in memoria del fratello Eugène. Attiva nei campi della protezione dell’ambiente e degli animali nonché in quello delle ricerche universitarie nell’ambito della vista.
Inoltre dalle fondazioni ticinese Stella Chiara e dalla Fondazione Marchig dal nome del pittore ginevrino che l’ha costituita. Conta poi sulle quote di circa 500 soci”, per fare fronte alle molte spese per mantenere il branco. Dal foraggio (solo per l’inverno 5 autotreni per 16mila euro di costo), ai macchinari, alle spese veterinarie, fino ai ricoveri in clinica. Mantenimento che si attiva grazie alle donazioni dei soci, alle loro quote associative, dalla vendita di gadgets vari come fotografie e calendari.
Regalati una Vacanza nel nostro Agriturismo Qui troverai tutte le offerte.