Il paese di Casasco Intelvi è un antico centro agricolo e turistico, situato in posizione panoramica, su un versante della Val d’Intelvi, ai piedi del Pizzo della Croce (1491 m) chiamato Monte Crocione.
Casasco d’Intelvi è un comune di 412 abitanti della provincia di Como in Lombardia. Fa parte della Comunità Montana Lario Intelvese. Il suo territorio è diviso in due entità, la maggiore dove è inserito il centro storico, l’altra costituita da boschi ed alpeggi, separate tra loro dall’area appartenente al comune di Cerano d’Intelvi. Da ricordare in paese il Museo della Civiltà Contadina, e la Chiesa Parrocchiale di San Maurizio Martire. La zona è particolarmente adatta alle escursioni sia per semplici passeggiate sia per più impegnativi percorsi di trekking. Il museo della civiltà contadina nel centro di Casasco Intelvi,
il museo etnografico di Casasco d’Intelvi è una preziosa risorsa storica e sociale, una testimonianza culturale ed umana che ha lo scopo di legare gli abitanti di Casasco Intelvi alle proprie origini. Inaugurato il 5 Novembre 1995, nasce da un’idea dell’allora sindaco Piergiorgio Cairoli con lo scopo di conservare e tramandare il patrimonio culturale legato alla civiltà contadina, della montagna e delle pratiche artigianali. Il museo è stato allestito in un’antica struttura contadina posta nelle vicinanze della Piazza Vittorio Veneto (l’antica piazza Paneé), restaurata mantenendone l’impostazione originale e conservando gli elementi del vecchio impianto architettonico. Gli oggetti e gli attrezzi sono raggruppati per ambienti e attività secondo una precisa ed armonica ricostruzione che ha l’effetto di creare un’intensa emozione, quasi fosse un libro da sfogliare per un’epoca da noi così lontana eppure così vicina. L’allestimento si basa su due spazi interni più un soppalco dove si trovano gli oggetti che testimoniano la vita domestica e le attività legate all’agricoltura, all’allevamento, alla caseificazione e alle attività artigianali, tra le quali spicca la raccolta delle attrezzature e degli oggetti riguardanti la produzione della scagliola sia marmorizzata che intarsiata e che tanto lustro ha dato alla Valle Intelvi nei secoli scorsi. Il museo si completa, infine, con una fototeca e una raccolta di reperti e documenti storici frutto delle donazioni della popolazione.
Orari di Apertura:
A Casasco Intelvi il complesso della chiesa di S. Maurizio è situato su una sorta di “terrazza” sopraelevata rispetto alla strada, cui si accede da una scalinata, ed è composto da due unità edilizie principali: la chiesa, a navata unica con nicchie laterali ed abside semicircolare rivolto a nord ed il campanile, a pianta quadrata e collocato in aderenza alla facciata della chiesa. La struttura di entrambi i corpi di fabbrica è costituita da una muratura in pietra irregolare e grossolanamente intonacata, con l’eccezione della parte basamentale del campanile, rivestito con lastre di pietra, e della facciata della chiesa, rivestita in lastre di pietra grigia nella parte inferiore e con paraste in travertino e specchiature intonacate e dipinte nella parte superiore. La torre campanaria è dotata di un orologio e di campane. Sul lato ovest della chiesa è accostato un corpo basso, con copertura in coppi di cemento, e sul lato est, in corrispondenza del presbiterio, si trova la sacrestia.
Curiosità
Alcuni secoli fa, la zona di Casasco Intelvi era tutta boschiva con alberi di faggio che ancora oggi in dialetto si dicono “foo”.
Era stata poi costruita una piccola casa dove venivano i boscaioli di Argegno per il taglio della legna. In seguito, a poco a poco, furono costruite altre case fino a formare un piccolo paese e la prima “rustica casa”, costruita in un primo tempo dai boscaioli di Argegno, fu chiamata “la casascia” da cui deriva il nome di Casasco Intelvi.
I boschi tagliati col passare del tempo divennero prati e gli abitanti divennero anche contadini. I boschi di faggio però arrivavano ancora a quella zona del paese che ancora oggi è chiamata “Foo”.
Accanto alle case sorgevano le cascine e le stalle con le mucche. Il ritrovo serale dei casaschesi era appunto la stalla, perchè con il tepore delle mucche si riscaldavano senza spese.
Proprio una sera in cui un gruppo di casaschesi era riunito in una delle stalle, sopraggiunse un uomo trafelato e spaurito gridando: “O gente venite, correte, siamo tutti in pericolo perché a Foo c’è un lupo”.
Le donne si misero a recitare il rosario mentre gli uomini presero bastoni, badili,vanghe e rastrelli e si avviarono correndo verso Foo. Giunti al bosco videro effettivamente luccicare due grandi occhi.
“C’è, è proprio il lupo”. Dapprima incominciarono a tirare sassi poi, pian piano, si avvicinarono minacciando il lupo che, però ,non si muoveva. Un coraggioso si avvicinò per toccare il lupo con un bastone e, con grande stupore, si accorse che non erano gli occhi del lupo, ma semplicemente dei buchi in un ceppo (sciucc) in putrefazione, che di notte appaiono fosforescenti.
I poveri uomini tornarono alle stalle non più impauriti, ma molto più preoccupati del fatto che la notizia si diffondesse, dicendosi tra loro “Non diciamolo a nessuno, perché se lo vengono a sapere quelli di Veglio ci prenderanno in giro per sempre”.
Purtroppo, però, le voci correvano anche allora e quando, qualche mattino dopo, alcuni casaschesi passarono da Veglio per recarsi ad Argegno furono accolti dagli abitanti affacciati sull’ uscio delle case che li canzonarono: ” Copa foo, copa sciucc sì gnanca stai bon da cupà al luf“.
Da quel giorno gli abitanti di Casasco Intelvi furono chiamati ” Copa Foo “.